Il Giro d’Italia è (anche) una questione di energia
È arrivato quel momento: è partito il Giro d’Italia.
Perché lo definisco “quel momento”? Perché quando sui social inizio a vedere più rosa del solito e in tv magicamente appare la pubblicità dei ravioli limited edition Giovanni Rana, penso “è iniziato il Giro d’Italia, è arrivata l’estate”.
Ora, so benissimo che l’argomento estate, specialmente negli ultimi anni, ha creato due correnti di pensiero ben contrapposte però è arrivata, fatevene una ragione.
Riprendendo il punto focale di questo blog, il 9 maggio è iniziato il Giro d’Italia, che si è concluso a Roma il 1° giugno.
Vi starete chiedendo: cosa c’entra Power4U col Giro d’Italia? Forse tutto, forse niente, lo capirete alla fine di questo articolo.
Un po’ di storia
Innanzitutto, il Giro d’Italia fa parte di uno dei Grand Tour del ciclismo che si svolgono in Europa assieme al Tour de France e alla Vuelta a España.
Nasce nel 1908 da un’idea di alcuni giornalisti che scrivevano per la Gazzetta dello Sport, con l’obiettivo di far vendere più copie del giornale e unire tutti gli italiani sotto un’unica impresa sportiva. La primissima edizione partì nel 1909 da Milano, con tappe massacranti su strade sterrate, bici senza cambio e corridori che sembravano più eroi che atleti. Percorsero 2.400km in 17 giorni e il vincitore fu Luigi Ganna che si portò a casa un montepremi di 19.000 lire (ovvero 429,12 euro…ma a quale costo?). Giusto per fare un paragone con i giorni nostri, attualmente il montepremi del primo della classifica generale è di circa 266.000 euro da aggiungere ai premi delle varie tappe e ai premi speciali. Ovviamente questa è una parentesi economica che poco c’entra con l’importanza dell’impresa di per sé, ma serve per far capire quanto negli anni sia cresciuta la fama di quest’evento.
Perché proprio il rosa?
Il colore emblematico del Giro d’Italia non è stato dato casualmente. Innanzitutto, l’idea della Maglia Rosa non è nata in contemporanea con l’evento, ma venne pensata solo nel 1931. Oltre a rendere il leader della gara ben riconoscibile agli occhi degli spettatori, il colore faceva riferimento anche ai fogli di giornale sui quali ancora oggi viene stampata la Gazzetta dello Sport, diventata iconica proprio grazie a questa sua caratteristica totalmente distante dagli altri quotidiani. Dunque, per coerenza visiva e identitaria, il leader della classifica generale indossa ancora oggi la celebre maglia come omaggio diretto al quotidiano sportivo che ha dato vita alla corsa.
L’energia sostenibile del Giro d’Italia
E mentre si conclude il Giro d’Italia, il 3 giugno è stata celebrata anche la Giornata Mondiale della bicicletta. Coincidenze? Non credo proprio. Perché la bici non è solo uno sport, ma un vero e proprio simbolo di sostenibilità, libertà e – diciamolo – energia pura. Proprio come succede per altri eventi green, l’occasione del Giro d’Italia diventa ogni anno un palcoscenico per proporre e condividere nuove idee di mobilità urbana green. Grazie a programmi come PrIMUS, sono stati finanziati percorsi ciclabili, aree di sosta, servizi di bike sharing e bonus bici. Solo con uno di questi incentivi sono state acquistate oltre 600.000 biciclette (ovviamente anche quelle elettriche!). Inoltre, sono stati previsti investimenti anche per chi utilizza la bici negli spostamenti quotidiani da casa al lavoro o a scuola.
Nuovi stili di vita e scelte energetiche sostenibili corrono sullo stesso tracciato. E non è un caso che, proprio nell’anno in cui è diventato partner istituzionale del Giro d’Italia, il Ministero dell’Ambiente abbia dato il via al suo “giro”: una serie di tappe in tutte le regioni italiane per raccontare da vicino le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).
Questi incontri aiutano cittadini, imprese e Comuni a scoprire come condividere energia da fonti rinnovabili, un po’ come il Giro d’Italia che riaccende i riflettori su borghi e territori che hanno bisogno di ottimizzazione energetica, o semplicemente di essere ricordati/considerati.
Altro che pedalata assistita
Ho fatto qualche ricerca e ho scoperto che un ciclista professionista può generare tra i 250 e i 400 watt durante una tappa, con picchi che superano i 1000 watt durante gli sprint. Per capirci meglio: 400 watt bastano per far andare una lavastoviglie, 1000 per accendere un forno a 180°. Ora fai due conti: se 184 ciclisti pedalano per 5 ore, producono circa 360 kWh, cioè l’equivalente di energia sufficiente a tenere accese 100 case per un giorno. Non male per quelli che “eh, vabbè, vanno in bici”.
In un mondo in cui l’energia è diventata un tema centrale, il Giro d’Italia ci ricorda che anche le gambe possono fare la loro parte, e che c’è più energia in una pedalata ben fatta che in mille altri spot motivazionali.
Quindi sì, forse Power4U col Giro d’Italia non c’entra direttamente. Non vendiamo biciclette, e (al momento) nessuno del team ha mai scalato lo Stelvio in maglia rosa.
Ma condividiamo la stessa idea: l’energia è una cosa seria.
Che venga da una turbina eolica, da un impianto fotovoltaico o da 184 paia di gambe allenatissime, poco importa: l’importante è saperla usare bene e con testa.
Hai voluto la bicicletta? E mo’ pedali!!